E-commerce e Social Network, è in arrivo una nuova generazione di piattaforme con la direttiva Omnibus

Il web è pronto a una nuova rivoluzione e intelligenza artificiale e metaverso, questa volta, non c’entrano nulla. Il motivo per cui tutto cambierà infatti è un altro e gira tutto attorno ai diritti del consumatore.

Scopriamo meglio cosa sta per succedere ma, prima, segnatevi il nome della direttiva europea alla base dei cambiamenti che, tra pochi giorni, investiranno le piattaforme e-commerce e social perché ne sentirete parlare sempre più spesso: signore e signori ecco a voi la direttiva Omnibus.

Cosa prevede la direttiva Omnibus? La prima rivoluzione: pagare con i propri dati personali

Partiamo dal punto più disruptive del nuovo regolamento che riforma i diritti dei consumatori di prodotti digitali, ovvero l’equiparazione della cessione dei propri dati personali a un’operazione di compravendita. Avete letto bene, d’ora in poi la registrazione del nostro account su piattaforme web che prevedono, come unico requisito per la fruizione, la cessione dei nostri dati non potrà più definirsi “gratuita”.

Una vera e propria rivoluzione! Infatti oltre a cambiare la nostra percezione delle piattaforme social (che d’ora in poi non potranno più pubblicizzare i propri servizi con messaggi come “registrati gratis”) permetterà agli utenti di acquistare prodotti, o di accedere a contenuti e vantaggi esclusivi, solo tramite la cessione dei propri dati personali.

Seconda rivoluzione: lo sconto non balla più

D’ora in poi tutti i siti di e-commerce dovranno mostrare in primo piano il prezzo più basso applicato al prodotto nei trenta giorni precedenti, ecco un esempio: il prodotto “A” costa 100 euro, nel weekend scende a 80 euro e in quello successivo a 70. Soffermiamoci sul secondo weekend, la nuova direttiva rende obbligatorio, in casi come questo, l’indicazione di 80 euro come prezzo preventivo e non più 100 come avveniva prima quando il prezzo di base poteva rimanere sempre lo stesso al di là dai balzelli settimanali dello sconto.

Vi chiedete perché? Immaginate che durante il terzo weekend il prezzo sia rimodulato di nuovo a 85 euro… chiaro ora?

Terza rivoluzione: le recensioni negative non possono essere cancellate (e tutte devono essere certificate)

Sembra ovvio ma prima non lo era, tanto che le piattaforme di e-commerce potevano decidere di gestire a loro piacimento le recensioni, addirittura eliminando quelle negative o producendone di false. Ora non possono più; non solo, ogni piattaforma dovrà adottare per legge degli strumenti tecnici che consentano la pubblicazione delle sole recensioni scritte da chi ha effettivamente comprato il prodotto.

Quarta e quinta rivoluzione: stop alle pubblicità ingannevoli

Dopo aver comprato qualcosa su un marketplace l’algoritmo incomincia il suo “sporco” lavoro proponendoci continuamente una serie di prodotti in linea con il nostro precedente acquisto, ebbene d’ora in poi la piattaforma dovrà, in una apposita sezione del sito, dirci su quali basi avviene la nostra profilazione. Questo impatterà notevolmente con l’user experience del sito che dovrà favorire, anche graficamente, la fruibilità di queste informazioni mettendole in primo piano. Infine, l’ultimo giro di vite riguarda l’aumento delle multe per chi fa pubblicità ingannevole ai danni di un minore, nello specifico l’ammenda per chi bara e non informa i suoi piccoli spettatori che sono davanti a un messaggio pubblicitario passa da 5mila a 50mila euro.

Queste modifiche non impattano solo sul modo in cui fruiamo dei siti web e su come li percepiamo ma porteranno anche a una modifica strutturale delle piattaforme stesse che dovranno apportare cambiamenti sia tecnici che grafici ai loro portali e in alcuni casi, si pensi ai sistemi per tracciare le recensioni, anche a fronte di notevoli investimenti.